Infatti, sintomi apparentemente circoscritti al piede o all'arto inferiore possono essere la manifestazione di una più ampia sintomatologia e costituire quindi l'espressione di una patologia potenzialmente invalidante.
Generalmente, la valutazione podologica eseguita presso lo Studio di Podologia Balduzzi si compone dell'esame clinico dell'arto inferiore nella sua totalità, delle aree sintomatiche ad esso correlato, del controllo della deambulazione e dell'appoggio del piede.
Nell'esame clinico, il paziente è disteso e vengono esaminati i movimenti del piede; attraverso specifiche manovre sono valutate le strutture articolari, muscolo-tendinee e legamentose che possono essere sede di processi infiammatori e degenerativi.
Di solito, a questa prima fase fa seguito un'osservazione in stazione eretta del paziente al fine di valutare l'appoggio plantare ed i rapporti che intercorrono tra le varie strutture del piede, nonché l'esecuzione di alcuni test specifici.
In ultima istanza viene eseguita l'analisi della deambulazione con particolare attenzione alla posizione che i vari segmenti del piede e dell’arto inferiore assumono durante le varie fasi di progressione del cammino.
Di seguito vengono riportate le più frequenti disfunzioni del piede che richiedono un attento accertamento al fine di individuare la problematica e la strategia di intervento podologico più appropriato.
Per garantire un miglior inquadramento diagnostico–anamnestico è comunque consigliato portare in visione esami strumentali quali ecografia, radiografia, risonanza magnetica relativi al piede e alla caviglia; eco color doppler agli arti inferiori; esami ematochimici, esami culturali relativi alle unghie o alla cute del piede e la terapia assunta.
PIEDE PIATTO
Generalmente quando si parla di piede piatto, ci si riferisce ad un piede caratterizzato da un appiattimento della volta plantare e deviazione in valgo del calcagno.
Esistono fondamentalmente due tipi di piede piatto: il piede piatto flessibile e il piede piatto rigido.
Il primo è quello che si riscontra più frequentemente, insorge di solito nell'infanzia o nell'adolescenza in entrambi i piedi ed è caratterizzato dalla progressione della gravità nel tempo.
Il secondo tipo è generalmente legato ad un insufficienza del tendine tibiale posteriore.
La patologia ha carattere progressivo e si accompagna a gonfiore e dolore dietro al malleolo, appiattimento del piede con conseguente rotazione interna della caviglia.
Patologie quali artriti, obesità e diabete possono aumentare il rischio di sviluppare piede piatto.
In entrambe le tipologie sopra descritte sarebbe importante poter instaurare un trattamento conservativo precoce al fine di ridurre al minimo il rischio di un intervento chirurgico ed arrestare la progressione della patologia e contestuale diminuzione della sintomatologia.
PIEDE CAVO
Patologia caratterizzata da un'esagerata altezza e concavità della volta plantare, tra il tallone e l'appoggio anteriore dell'area metatarsale.
Tale anomalia, sovente dolorosa, ha un'eziologia varia e può presentarsi in uno o in entrambi i piedi e può manifestarsi sia durante l'infanzia che in età adulta.
Oltre alla riduzione dell'area d'appoggio plantare, il piede cavo può essere un fattore predisponente ad una serie di limitazioni e conseguenze da non sottovalutare, quali fasciti plantari, tendiniti, tallodinie e l'artrosi.
ALLUCE VALGO
É una deviazione laterale dell'alluce comunemente associata ad una esostosi all'altezza della I° articolazione metatarso-falangea.
Molto spesso a questa deformità si associa un mutamento della morfologia del secondo dito (dito in griffe o a martello).
Quando irritato da calzature troppo strette o della misura non corretta, l'alluce valgo può diventare rosso e gonfio e causare intenso dolore.
Molto spesso non vi è causa a tale patologia, la familiarità è un fattore frequente da tenere in considerazione anche se da solo non è sufficiente per istaurare la deformità, altri fattori scatenanti vanno ricercati nel cattivo appoggio del piede (anomala pronazione), artriti, patologie a carico della I° articolazione metatarso-falangea.
Il trattamento conservativo con ortesi plantari aventi un buon controllo dell'eccesso di pronazione e calzature adeguate è certamente utile nelle fasi iniziali della patologie.
Negli stadi più avanzati della deformità può essere indicata una chirurgia correttiva atta a ristabilire un'adeguata funzionalità dell'alluce.
Andrebbe sempre considerato anche in quest'ultimo caso un trattamento con plantari su misura nel post-operatorio.
ALLUCE RIGIDO
L'’alluce rigido è il risultato di un processo degenerativo a carico dell’articolazione metatarso falangea del primo dito, a seguito del quale l’alluce riduce la mobilità in flessione plantare e/o dorsale.
Le cause dell’alluce rigido possono essere di tipo traumatico diretto o micro-traumi ripetuti nel tempo (come avviene nel calcio, nella danza classica e nel rugby) oppure il naturale invecchiamento delle cartilagini e l’artrosi.
Altre cause, sono una certa predisposizione morfologica del piede, alcune malattie sistemiche (gotta, reumatismi), infiammatorie (es. artrite reumatoide) o il fallimento di un precedente intervento chirurgico per alluce valgo.
I sintomi possono variare dalla rigidità articolare al vero e proprio dolore acuto tipicamente dorsale o laterale all'articolazione.
A seconda della qualità dell’articolazione metatarso-falangea, potranno essere indicate al paziente diverse soluzioni per la cura dell’alluce rigido aventi l'’obiettivo di diminuire il processo infiammatorio locale e impedire il trattamento chirurgico.
TENDINOPATIE DEL PIEDE
La tendinopatia è una generica condizione clinica in cui è coinvolto il tendine o le parti immediatamente adiacenti che si presenta a seguito di un abuso di carico o di altre condizioni.
All'interno delle tendinopatie vanno però distinte la tendinite, ossia l'infiammazione del tessuto tendineo vero e proprio, la tenosinovite, cioè l'infiammazione della guaina sinoviale che le riveste e la tendinosi, ossia il processo degenerativo di una o più strutture tendinee.
A prescindere dalla causa o dalla sede il sintomo chiave delle tendinopatie è il dolore che può manifestarsi in maniera costante o a fasi alterne, comparire in modo improvviso dopo un sforzo muscolare intenso o in modo graduale se la causa è uno sforzo muscolare ripetuto e continuo.
Questi disturbi colpiscono gli sportivi e tutte quelle persone che svolgono attività che mettono in tensione gli stessi tendini in maniera ripetitiva.
C'è poi tutta una serie di fattori di rischio che predispone all'infiammazione dei tendini, tra cui l'età, il sovrappeso, le malattie metaboliche e infiammatorie generalizzate.
Nella complessa struttura piede\caviglia i tendini maggiormente sollecitati sono il tibiale posteriore, i peronei, il tibiale anteriore, il tendine d'achille e il flessore lungo dell'alluce.
Una diagnosi clinica e strumentale precoce e l'adozione di adeguati protocolli riabilitativi permettono nella maggior parte dei casi un ripristino funzionale pressoché completo.
FASCITE PLANTARE
Patologia che comporta dolore acuto e intenso dei fasci muscolari della pianta del piede che si connettono al calcagno e alle dita dei piedi.
È importante non trascurare questa condizione, in quanto non regredisce spontaneamente, ma può favorire lo sviluppo di tessuto cicatriziale determinando una minore flessibilità della fascia.
TALLODINIE (Dolore ai Talloni)
Per tallodinia si intende una localizzazione del dolore a livello del retropiede.
L'origine di questo dolore può essere condizionata da vari fattori quali il sovrappeso, il piede cavo, patologie reumatiche ed attività fisiche o sportive di alta intensità.
Generalmente coinvolge entrambi i talloni con dolore di tipo puntorio e/o associato a senso di bruciore al tallone.
Di frequente riscontro clinico è la spina calcaneare (o sperone calcaneare) ovvero una formazione calcifica sotto il calcagno o in corrispondenza del tendine del muscolo abduttore dell'alluce.
Questa sindrome dolorosa ai talloni non colpisce solo adulti o sportivi, ma è una condizione comune anche in età pediatrica.